L'ANALISI
01 Agosto 2023 - 19:15
CREMONA - Sono 226 le famiglie residenti in provincia che hanno ricevuto l’sms dell’Inps che revoca l’assegno mensile del reddito di cittadinanza in quanto nuclei nei quali non ci sono componenti disabili, minori o over 65 come prevede la nuova normativa. L’ultimo versamento è stato quello di luglio. Dai dati ricavati dagli osservatori statistici messi a disposizione online dall’Inps, il numero di percettori residenti nel territorio, aggiornato al mese di luglio, è molto superiore: gli assegni sono 2.542, erogati ad altrettanti nuclei familiari per 5.170 persone coinvolte.
L’importo medio mensile è di 525,47 euro, allineato con quello delle altre province lombarde. A questi si aggiungono le pensioni di cittadinanza, erogate a 463 famiglie, per 512 persone. In provincia di Cremona il sussidio ha un importo medio mensile di 254,89 euro. Coloro a cui è stato revocato l’assegno, dovrebbero ricadere sotto l’egida delle amministrazioni comunali.
«Diamo i primi elementi – scrivono dall’Inps – sulle modalità di accesso al percorso di inclusione sociale e di attivazione al lavoro, in attesa dell’adozione dei decreti attuativi delle nuove misure per il contrasto alla povertà, alla fragilità e all’esclusione sociale e lavorativa. Le disposizioni transitorie prevedono che, per alcuni nuclei familiari non attivabili al lavoro (e comunque non oltre il 31 ottobre) possa pervenire una comunicazione di presa in carico da parte dei Servizi sociali. Per questi nuclei la fruizione del reddito di cittadinanza potrà proseguire, senza il limite delle sette mensilità e, comunque, non oltre il 31 dicembre di quest’anno».
A inizio luglio, l’Inps aveva già ricevuto da parte del Ministero del Lavoro, 88.000 comunicazioni a riguardo. Pertanto l’ipotesi della presa in carico non riguarda i nuclei familiari i cui componenti sono stati avviati ai centri per l’impiego e per i quali non è risultato necessario il rinvio ai servizi sociali. Per questi, e per coloro che non risulteranno presi in carico dal welfare comunale, dal primo settembre sarà possibile accedere alla nuova misura del Supporto per la formazione, che ha come fine l’inserimento al lavoro. Sarà garantito al contempo un supporto economico pari a 350 euro mensili, per un massimo di dodici mensilità.
Per accedere alla misura, oltre a presentare una domanda, è necessario seguire uno specifico iter, che sarà illustrato in una video guida messa a disposizione dall’Inps. «Coloro che sono stati già avviati ai centri per l’impiego e risultano già inseriti nei programmi nazionali per la garanzia occupabilità lavoratori (Gol) – proseguono dall’istituto –, in progetti utili alla collettività oppure in altre iniziative di attivazione, proseguiranno questo percorso. Dal primo gennaio 2024, i nuclei al cui interno sono presenti persone disabili, minorenni, o con almeno sessant’anni d’età, ovvero componenti in condizione di svantaggio e inseriti in programmi di cura e assistenza dei servizi socio-sanitari territoriali certificati dalla pubblica amministrazione, saranno potenzialmente destinatari dell’Assegno di inclusione (Adi), nuova misura di contrasto alla povertà, alla fragilità e all’esclusione sociale».
Sulla revoca piovono critiche da Marco Guerra, presidente regionale dell’Associazione nazionale comuni italiani. «La soppressione comunicata improvvisamente e con metodi discutibili, senza che sia già pronta un’alternativa, mette a rischio tenuta e coesione sociale e l’equilibrio nella risposta a condizioni di bisogno e fragilità, garantito in questi anni dai servizi sociali territoriali. La strada non può essere ora quella di scaricare sui Comuni, in tempi strettissimi e con modalità e dati confusi, la presa in carico dei cittadini che non percepiranno l’assegno. Ciò creerà inevitabili tensioni a livello locale, senza contare che gli stessi enti sono messi nella condizione di non sapere cosa rispondere a chi si rivolge agli sportelli dei servizi sociali. Chiediamo al Governo di convocare al più presto un tavolo di confronto con l’Anci per individuare soluzioni transitorie che possano accompagnare la riforma di questo strumento».
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