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LA FEBBRE DEL NILO

West Nile Virus, una vittima in provincia e un altro caso sospetto

Un uomo di 72 anni con gravi patologie è morto a Casteldidone. A Casalmaggiore infezione non confermata

Massimo Schettino

Email:

mschettino@laprovinciacr.it

28 Luglio 2023 - 19:29

Contenimento zanzare, avanti gli interventi

CREMONA - Sono due gli ultimi casi confermati di febbre West Nile registrati sul territorio dell’Ats Val Padana, di cui uno in provincia di Cremona: il virus trasmesso dalle zanzare (e tramite le trasfusioni di sangue) è stato trovato a Casteldidone a metà luglio e a Marcaria (Mn). A questi si aggiunge un’infezione non ancora confermata a Casalmaggiore.


In un caso il virus ha contagiato una persona di 72 anni di Casteldidone già malato gravemente e deceduto nei giorni scorsi. Spiega Luigi Vezzosi, dirigente medico della Struttura Prevenzione delle Malattie Infettive di Ats Val Padana: «L’uomo ha contratto la forma peggiore della malattia, quella neuroinvasiva che colpisce meno di una persona su cento. A renderlo più vulnerabile all’infezione è stata l’età e la comorbilità. La malattia — aggiunge Vezzosi — è stata trasmessa sicuramente localmente da una zanzara, dal momento che è escluso che l’uomo abbia viaggiato in zone dove la malattia è endemica». Praticamente senza sintomi, invece, il secondo caso, a Casalmaggiore, dove a contrarre la febbre nella sua forma lieve è stato un donatore di sangue.

«Il virus — spiega Vezzosi — è stato individuato mediante lo screening che viene effettuato proprio per motivi di sicurezza su tutte le sacche, i tessuti e gli organi donati. Ovviamente in caso di positività la sacca non viene utilizzata e iniziano una serie di controlli sul donatore con la collaborazione dei servizi trasfusionali. Tuttavia qui manca ancora la conferma. Abbiamo mandato i campioni al laboratorio del San Matteo di Pavia che deve ancora dare convalida». La terza evidenza del virus diffuso in tutto il mondo e isolato per la prima volta nel 1937 in Uganda, appunto nel distretto West Nile (da cui prende il nome), è stata trovata a Marcaria. Il caso, confermato da Pavia, è della forma neuroinvasiva e il paziente è ricoverato, ma non in una struttura della provincia di Cremona.


L’Ats ha avvisato con una lettera i sindaci dei Comuni dove il virus è stato individuato. Inoltre anche i medici di famiglia sono stati allertati della circolazione del virus e invitati a porre attenzione ai sintomi. Spiega Vezzosi che la febbre del West Nile «è una malattia molto insidiosa che non ha una cura. Non esiste una terapia specifica per la febbre del Nilo occidentale. Attualmente sono allo studio dei vaccini, ma per il momento la prevenzione consiste soprattutto nel ridurre l’esposizione alle punture di zanzare». Da qui le raccomandazioni a proteggersi e ad evitare che le zanzare possano riprodursi facilmente. Quindi: usando prodotti repellenti e indossando pantaloni lunghi e camicie a maniche lunghe all’aperto, soprattutto all’alba e al tramonto; usando delle zanzariere alle finestre; svuotando di frequente i vasi di fiori o altri contenitori con acqua stagnante; cambiando spesso l’acqua nelle ciotole per gli animali. Consigliati anche larvicidi nelle caditoie e nei tombini.


La febbre West Nile non si trasmette da persona a persona tramite il contatto. Il virus colpisce gli uccelli e i cavalli, ma non si trasmette all’uomo attraverso questi animali. La maggior parte delle persone infette non mostra alcun sintomo. Spiega Vezzosi che «l’80% dei casi è asintomatico e circa il 20% si infetta con la forma paucisintomatica. Solo meno dell’1% contrae la forma con sintomi neuroinvasivi. Fra questi, la mortalità è del 10%».


Vezzosi poi sottolinea la forte collaborazione con i veterinari, che monitorano la diffusione del virus fra gli animali, e il servizio di Igiene pubblica, in collaborazione con le amministrazioni comunali, per gli interventi di disinfestazione: «Avere una buona rete di sorveglianza è molto importante».

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