L'ANALISI
08 Giugno 2023 - 05:00
CREMONA - In provincia sono stati una novantina i giocatori d’azzardo patologici seguiti dai Serd nel corso del 2022, 31 a Crema e 58 a Cremona. Ats Val Padana però stima una portata del fenomeno esponenzialmente superiore. Applicando lo studio teorizzato da Giovanni Serpelloni nel Manuale Gambling 2012, infatti, si ipotizza che fra Cremona e Mantova una fetta di popolazione compresa fra lo 0,5% e il 2,2% sarebbe affetta da ludopatie. Ovvero dipendente da slot, scommesse o altri azzardi online.
Numeri da capogiro se le percentuali teorizzate vengono applicate al solo territorio cremonese: su una popolazione provinciale di circa 352mila residenti, infatti, i giocatori patologici potrebbero essere fra 1.760 e 7.744. E se forse è un azzardo anche ipotizzare che quasi 8.000 cremonesi sarebbero già dipendenti dal gioco, non lo è di certo la stima dei giocatori occasionali: il 54% della popolazione nella fascia di età 18-74 anni almeno una volta all’anno tenterebbe la fortuna. Si tratta di circa 157mila cremonesi su 292mila maggiorenni.
«Per un maschio è 5,4 volte più probabile essere un giocatore patologico rispetto ad una femmina — si legge sulla relazione di Ats — e gli uomini cominciano a giocare prima: la fascia d’età 20-44 è la più rappresentata, mentre le donne si approcciano al gioco dai 45 anni in su». I soggetti interessati dal fenomeno solitamente hanno un titolo di studio medio-basso e solo la metà risulta occupato. Ampia è la quota dei non attivi (pensionati) e dei disoccupati. Questo può far pensare al troppo tempo libero come una variabile di rischio.
«Grazie ai fondi messi a disposizione dalla Regione e al progetto Gap di Ats è stato fatto un grande lavoro di informazione e sensibilizzazione che ci ha anche permesso di intercettare maggiormente i giocatori patologici – spiega Roberto Poli, direttore del Servizio dipendenze dell’Asst di Cremona –. Ci sono anche importanti ‘figure sentinella’, allo scopo di cogliere i segnali di allarme. Le donne spesso sono più restie a chiedere aiuto, ecco perché sul tema, grazie a Confartigianato, abbiamo sensibilizzato anche le operatrici di luoghi molto frequentati come estetiste e parrucchiere».
Poli conferma che la pandemia ha contribuito a modificare la tipologia di gioco: sempre più spostato online. «Il passaggio era già in atto, anche se riguarda solo una fascia di età – continua –. Calano quindi i casi di persone dipendenti da macchinette, ma aumentano le scommesse online e soprattutto sportive». C’è poi un fenomeno emergente: quello degli acquisti compulsivi. «Si divide essenzialmente in tre settori – spiega Poli –: l’acquisto vero e proprio, il trading online e le aste online. La dipendenza è in questi casi favorita da siti con suoni e colori accattivanti». Infine il direttore del Serd svela un’ultima sfaccettatura emergente: «La diffusione di video che mostrano persone intente a giocare, su piattaforma Twich. Continuando a guardare tali video si assiste ad una sorta di pubblicità indiretta».
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