L'ANALISI
02 Aprile 2023 - 05:00
«Per la provincia di Cremona farò il massimo per favorire l’uscita dall’isolamento», garantisce. Ma con grande pragmatismo aggiunge che è «inutile alimentare false illusioni, meglio ragionare su ciò che è fattibile». Detto così, può significare tutto e niente l’impegno assunto, dalle colonne del nostro giornale con un’intervista a Riccardo Maruti, dal neo assessore regionale ai Trasporti, Franco Lucente. Al quale va comunque dato atto di aver iniziato con il piglio giusto: il problema esiste, la campagna elettorale è alle spalle, basta con declamazioni dal sapore elettoralistico e improbabili promesse. «Mettiamoci alla stanga», per dirla prendendo a prestito la sollecitazione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Governo sul Pnrr, individuiamo assieme ai diretti interessati le priorità e lavoriamo per portare a casa risultati concreti.
Un impegno estremamente importante e tutt’altro che scontato, preso nei confronti del territorio cremonese, dei suoi abitanti e del sistema delle imprese. È emerso anche alla presentazione di ‘Top 400’, l’analisi dei bilanci delle più importanti società di capitali della provincia di Cremona realizzato dal giornale con l’Associazione industriali in collaborazione con il Cersi e il contributo di Credito Padano: il nodo dei collegamenti è cruciale e viaggia sul binomio trasporti e infrastrutture, che però sono di competenza dell’assessore Claudia Maria Terzi. Se ne parla da decenni, ma lo scenario resta semi immobile. Siamo costretti, ad esempio, a registrare quasi quotidianamente la desolante ‘via crucis’ — per restare in tema pasquale — alla quale sono costretti i migliaia di pendolari cremonesi alle prese con ritardi, cancellazioni e guasti su treni e linee ferroviarie.
Restando in tema, si deve ragionare viaggiando su un doppio binario: il trasporto su rotaia e quello su gomma, puntando l’attenzione sulle priorità. Partiamo dal primo. Lo stesso assessore ammette le criticità della linea Mantova-Cremona-Milano in attesa di raddoppio. Si tratta di mettere finalmente a terra il progetto considerando che, come abbiamo più volte scritto, i fondi statali sono previsti nel contratto di programmazione di Rfi 2022-2026, quindi si tratta di favorirne il più possibile la celere attuazione. C’è poi il nodo della Parma-Brescia, che interessa i territori cremonesi di Casalmaggiore, San Giovanni in Croce e Piadena Drizzona. In previsione ci sono il raddoppio del tratto compreso tra Brescia e San Zeno e l’elettrificazione, ma solo fino a Ghedi.
E il tratto cremonese? La Regione potrebbe mettere sul piatto con Rfi e governo tutta la sua forza di persuasione per dare completezza all’intervento rendendola più vivibile ai nostri pendolari. Andando all’altro capo della provincia, è per forza destinata a rimanere un sogno la richiesta avanzata già da qualche anno di un treno diretto Crema-Milano, bypassando il cambio a Treviglio, che farebbe guadagnare ore di vita a chi quotidianamente si reca nel capoluogo regionale? Si può cominciare a ragionarne seriamente, pur considerando le innumerevoli difficoltà organizzative e logistiche per l’intero sistema ferroviario che gravita su Milano che l’operazione porta con sé. Analogo ragionamento vale per il ripristino della linea Cremona-Piacenza, soppresso da qualche anno, sostituito da una linea di autobus. Si tratta di collegamento indispensabile per alleggerire l’isolamento ferroviario al quale si faceva riferimento, tanto più importante perché al vicino capoluogo piacentino è snodo per treni ad alta velocità e per convogli a lunga percorrenza.
I consiglieri regionali Matteo Piloni del Pd e Marcello Ventura di Fratelli d’Italia insieme hanno puntato l’attenzione anche sulla necessità di riattivazione della Freccia della Versilia, con particolare riferimento alla tratta da Cremona. Sono molti i concittadini che hanno case e dunque abituale frequentazione con quella zona: perché costringerli a usare l’automobile per arrivarci? Queste sono alcune delle esigenze in più occasioni avanzate da un territorio vivo, che vuole essere protagonista, che ha imprese che lavorano con l’Italia intera e che ha la necessità di poter essere adeguatamente collegato con l’esterno, ma che vanta anche grandi potenzialità di attrazione. Pensiamo, per esempio, al turismo, alle manifestazioni enogastronomiche e culturali di qualità che periodicamente offre: quanti visitatori in più ci sarebbero se solo fosse più facilmente raggiungibile? Quanti ne sono stati perduti negli anni perché arrivare in treno o sui mezzi pubblici non è poi così comodo?
Domande retoriche, forse. Ma che danno il senso del problema: senza collegamenti facili e veloci, non c’è politica di marketing territoriale che tenga. Venendo al trasporto pubblico su gomma, l’assessore Lucente ha preso l’impegno di confrontarsi presto con i gestori, Autoguidovie e Arriva Italia, che comunque già garantiscono un buon servizio. La questione va però affrontata legandola al più generale capitolo delle infrastrutture. A partire dal raddoppio della Paullese, che comunque seppure lentamente e non senza problemi avanza, e dal progetto di metropolitana leggera fino a Paullo. Lucente si dichiara grande sostenitore di quest’opera e assicura che in questi giorni proverà a mettere allo stesso tavolo le amministrazioni locali coinvolte. Se ne parla da trent’anni. Assessore, confidiamo in lei: caratterizzi il suo mandato passando finalmente dalle parole ai fatti.
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