L'ANALISI
01 Gennaio 2023 - 17:21
SORESINA - Il collegamento della vecchia rete idrica di Casalmorano col più moderno ed efficiente impianto soresinese è, ormai, realtà. Con l’arrivo dell’anno nuovo, l’atteso annuncio del gestore: «Si avviano verso la conclusione i lavori di posa della nuova adduttrice lunga circa 2 chilometri che collega l’acquedotto di Casalmorano a quello di Soresina – hanno comunicato i vertici di Padania Acque –. L’intervento permetterà una maggior sicurezza gestionale dei due acquedotti, potendo contare sulla messa in rete degli impianti di potabilizzazione e stoccaggio di Soresina e di Casalmorano, con reciproco sollievo, in caso d’emergenza. Le opere, dell’importo complessivo di 680 mila euro, sono finalizzate a ottimizzare le strutture idriche e a migliorare la qualità dell’acqua e l’efficienza del servizio idrico».
La proposta è arrivata dal Comune di Casalmorano, il cui centro abitato dista appena tre chilometri e mezzo da quello di Soresina. Le due periferie, invece, sono separate da non più di due migliaia di metri. Proprio qui, dove è in fase di realizzazione anche una ciclabile per rendere il transito fra i due paesi sempre più green, verrà a breve inaugurato il collegamento fra le reti idriche. Quella casalmoranese, ormai vetusta, è stata dismessa per far spazio a un allacciamento al sistema soresinese più al passo coi tempi. «I lavori – hanno ulteriormente precisato i tecnici – restituiscono un risultato importante in termini di razionalizzazione ed efficienza del servizio idrico svolto da Padania Acque grazie a una rete di distribuzione nuova e a un’acqua dalle migliori caratteristiche organolettiche».
Soddisfatto Beppe Vezzini, sindaco di Casalmorano: «Le alternative erano due, vale a dire la completa sostituzione del nostro impianto cittadino o il collegamento con quello soresinese. La scelta, penso, sia stata ben ponderata in termini di costi e convenienza. Dal nostro punto di vista – precisa ulteriormente la fascia tricolore – l’importante è poter garantire ai casalmoranesi un’acqua di qualità. A onor del vero, peraltro, non è mai mancato un buon, anzi ottimo livello sotto questo punto di vista ma il peso degli anni sulla rete cominciava a farsi sentire e dunque, sì, possiamo definire la prossima conclusione di questo cantiere come un passo in avanti molto importante e atteso da tutti noi».
Collegare il «piccolo al grande» anziché ricominciare il lavoro daccapo mantenendo l’indipendenza delle reti è una pratica diventata ormai modello. E, a conti fatti, funziona molto bene. Non è infatti la prima volta che Padania interviene in tal senso. Il precedente a Soncino, riguardo al caso di Isengo. La frazione della città murata, per l’appunto, per quanto minuscola (circa 150 anime) era dotata di un pozzo e di una rete propria. Esaurito e ormai antiquato, il sistema è stato connesso a quello del capoluogo sotto la rocca sforzesca. Un lavoro impegnativo, sia in termini di costi che di tempistiche, tanto quanto se non superiore a quello di Soresina e Casalmorano, e persino con una ciliegina sulla torta: proprio grazie agli scavi per il collegamento della rete, è stato riscoperto a due passi dalla parrocchiale della frazione un cimitero medievale dimenticato da oltre mezzo millennio.
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