L'ANALISI
13 Dicembre 2022 - 18:05
Il sindaco di Gussola Stefano Belli Franzini e il traliccio della Vodafone finito al centro di un conten-zioso legale fra il Comune e l’azienda di telefonia
GUSSOLA - Il Consiglio di Stato ha condannato Vodafone a risarcire al Comune il canone di affitto dell’area che era stata affittata alla compagnia telefonica per il periodo 2008-2011: quasi 75 mila euro. L’azienda, sulla base di un intervento del legislatore del 2016, spiega il sindaco Stefano Belli Franzini, «pretendeva in di potere pagare un canone estremamente ridotto e chiedeva la restituzione dell’importo a suo tempo versato al Comune nel periodo compreso tra il 2003 al 2011: la richiesta era di circa 100 mila euro. Ma il Consiglio di Stato, nel confermare la sentenza del Tar Brescia, che già ci aveva dato ragione, ha condannato Vodafone».
Tutto è partito dal contratto con cui il Comune ha concesso, diciannove anni fa, l’area demaniale in via Valdemaggi alla Vodafone, a fronte della corresponsione di un canone annuo di 11.500 euro. L’8 maggio 2013 la Vodafone chiese al Comune di conformarsi ad una norma secondo cui l’ente locale avrebbe dovuto applicare «la tassa o il canone previsto per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche, con la previsione di una apposita riduzione della tariffa», comunicando al contempo che avrebbe provveduto «al pagamento dell’importo minimo di 516,16 euro, come disposto dalla legge».
La battaglia è iniziata con una nota del 29 gennaio 2015 con cui il sindaco aveva diffidato formalmente Vodafone al rispetto degli obblighi assunti con il contratto stipulato nel 2003, facendo presente che il Comune avrebbe tutelato i propri interessi nelle sedi giudiziarie opportune. L’amministrazione ha inteso far valere il rispetto del contratto di concessione sottoscritto l’11 dicembre 2003, dopo che la società telefonica aveva deciso di pagare molto meno di quanto pattuito come canone per l’installazione di infrastrutture tecnologiche per il servizio di telefonia mobile.
Il Comune ha chiesto il pagamento, a proprio favore, di un importo vicino ai 75 mila euro. Alla fine, sia in primo grado davanti al Tar che in secondo, davanti al Consiglio di Stato, il Comune l’ha avuta vinta. «Entrambe le sentenze hanno dato piena ragione al nostro piccolo Comune, vittorioso di fronte ad una multinazionale, e tale successo conforta chi come il sottoscritto, nel coltivare gli interessi dei propri cittadini, crede nella giustizia» osserva il sindaco.
«Parafrasando - continua -, non c’è solo un giudice a Berlino, dato che l’abbiamo trovato sia a Brescia che a Roma. Un risultato importante che premia la tenacia dell’amministrazione nel tutelare i propri diritti. Una scelta non facile su una partita che riguarda molti enti locali. Ben venga la tecnologia, ben venga l’aumento delle reti, ma ciò deve avvenire nel rispetto dei territori e dei contratti. Troppo spesso i piccoli comuni si sono trovati contro i grandi colossi delle telecomunicazioni. Il nostro obiettivo era quello di far rispettare i nostri diritti, grazie all’ottimo lavoro dell’avvocato Domenico Bezzi ciò è stato possibile, prima al Tar ed ora anche al Consiglio di Stato».
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