L'ANALISI
05 Dicembre 2022 - 18:02
POZZAGLIO - L’aula insegnanti della scuola primaria don Renzo Cominetti intitolata all’indimenticata Giuseppina Pedrali, insegnante di Brazzuoli scomparsa tre anni fa dopo aver lottato contro un male incurabile all’età di 62 anni. Uno spazio che è stato arredato ex novo grazie all’associazione volontari di Pozzaglio e all’associazione Lidia Cavalli di Olmeneta.
Una mattinata ricca di emozioni e commozione, nel vivo ricordo, di una figura che è rimasta nel cuore di alunni e colleghi, fortemente voluta dalla docente Alfreda Magni e dal tutto il corpo insegnanti. Erano presenti i familiari, i sindaci, gli ex allievi, la dirigente scolastica Susanna Rossi e il violinista Antonio De Lorenzi che ha suonato, a titolo di amicizia, alcuni brani in ricordo di Giusi, i rappresentanti delle associazioni. Gli scolari di 5 B hanno cantato e letto alcuni testi che avevano scritto per l’insegnante. Annalisa Virgilio, referente di plesso, ha poi proposto un ricordo sentito nel silenzio e nella commozione generale.
«Ci ritroviamo insieme per ricordare la maestra Giusi. È un momento che abbiamo fortemente voluto, un momento forzatamente rimandato a causa degli eventi pandemici e delle conseguenti limitazioni sociali, un momento di incontro che non volevamo fosse sostituito da un filmato, da alcune foto, da un racconto. Perché Giusi, che da sempre è stata nel nostro Istituto comprensivo, nella nostra scuola, è ancora qui, nei nostri cuori, in tante piccole e grandi sfumature del nostro quotidiano. Vogliamo ricordare la sua intelligenza vivace, la grande competenza, la voglia di spendersi sempre e comunque, di aggiornarsi sempre, di aprirsi al nuovo».
«Il suo lavoro come insegnante - continua -, materna ma autorevole, sempre dalla parte dei bambini, capace di coinvolgere, appassionare, incantare alunni e colleghi, i suoi interventi precisi, dettagliati, incisivi durante le riunioni, e il modo in cui, improvviso, si generava un silenzio di attesa, perché parlava la maestra Pedrali, e tutti ci sentivamo rappresentati, tutti sapevamo che dalle sue parole sarebbe scaturita una riflessione importante, una nuova prospettiva. Non amava il clamore, Giusi. Amava il fare, il fare bene, tanto, con cuore. Ha ispirato, promosso, organizzato tanti progetti ed iniziative che hanno qualificato la nostra scuola. Ha seguito e preparato generazioni di alunni, curandone la crescita emotiva ed umana, sviluppando solide competenze. Ha aiutato, sempre, a titolo gratuito, senza risparmiarsi, tutte le persone che ne hanno avuto bisogno, grandi, piccole, a scuola, sul territorio, nella vita privata. Perché Giusi al centro dei suoi pensieri, al centro del suo fare, ha sempre messo gli altri. Guardava oltre, vedeva oltre le apparenze, le parole, anche quelle non dette».
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