L'ANALISI
17 Novembre 2022 - 09:17
CREMONA - Il momento — spiega chi sa — è come quello che precede la partenza al Palio di Siena: tutti aspettano di vedere il piazzamento dei cavalli avversari prima di entrare nell’area di partenza. In questa situazione chi, invece, entra con decisione fra i canapi delle prossime elezioni regionali è Matteo Piloni. E il consigliere uscente del Pd ha voluto annunciare la sua ricandidatura mostrando l’appoggio di tutti i territori della provincia. Alla conferenza stampa di ieri in via Ippocastani 2, infatti, oltre al segretario provinciale Vittore Soldo c’erano anche il sindaco di Cremona, Gianluca Galimberti, quello di Crema, Fabio Bergamaschi, e per il Casalasco il primo cittadino di Gussola, Stefano Belli Franzini. Invitato, ma assente per motivi di lavoro, il sindaco di Soresina Diego Vairani.
Ed è stato proprio il rapporto con il territorio e le sue istituzioni il tasto più battuto. Soldo ha sottolineato «il fortissimo ingaggio di Matteo con gli amministratori, e non solo di centrosinistra». «In questi cinque anni — ha spiegato dal canto suo Piloni — ho cercato di fare soprattutto due cose: essere presente dove servivo e aiutare le istituzioni locali ad accorciare le distanze. Non conosco altri modi di fare politica se non questo: dare la mia disponibilità a chi me la chiede per portare al Pirellone le necessità dei cittadini, dei Comuni, delle imprese e delle associazioni, e con l’obiettivo di risolvere i problemi con praticità e concretezza. Faccio parte di una comunità politica di cui sono orgoglioso, ma il mio sforzo è stato quello di essere il rappresentante di tutta la provincia, oltre gli steccati ideologici.
I problemi — è la convinzione ribadita da Piloni — non hanno colore politico e non lo hanno nemmeno le soluzioni. Serve la buona volontà. Certo, si parte sempre dai propri valori». Piloni ha quindi citato il tema delle infrastrutture e della mobilità: «Lavorare su questo significa avere in testa il problema dei tempi delle persone. Per questo io punto il dito sulla Regione, che non ne ha rispetto. Non basta fornire, in ritardo, treni nuovi se poi restano in officina». Fra i temi della sua azione in consiglio, Piloni ha poi citato l’ambiente: «Non può non essere prioritario nella regione più inquinata d’Europa. Per questo motivo ho proposto una legge, approvata, per la forestazione di 10 mila ettari di verde in più in Lombardia entro il 2035». Poi il lavoro: «La Lombardia è maglia nera per la sicurezza. Io ho ottenuto l’impegno della Giunta, approvato dal Consiglio regionale, di destinare risorse per assumere personale nelle Ats». Per quanto riguarda la salute, oltre all’impegno costante fin dalla prima fase della pandemia, Piloni rivendica: «Sono riuscito a concretizzare la proposta, presentata e sostenuta da alcune associazioni, di realizzare il ‘progetto di vita’, ottenendo le risorse per una sperimentazione sul cremasco per le persone affette dai disturbi dello spettro autistico».
Galimberti ha spiegato: «Sono qui con grande convinzione perché tutto il territorio e la città hanno trovato in Matteo un punto di riferimento continuo, competente e appassionato. Avremo ancora bisogno di un consigliere così. E questa volta, mi auguro, di maggioranza». Da Galimberti è arrivato anche il riconoscimento per aver tenuto insieme tutto il territorio cremonese, non rappresentando solo la sua area di provenienza. «Ci lega anche una bella amicizia, la politica è anche questo». E Bergamaschi ha parlato di «significativa adesione di Matteo ai bisogni dei cittadini e del territorio. È importante per i sindaci sapere chi si può contare su una persona che ha la testa sulle cose. Non è scontato. Matteo fa politica sporcandosi le mani, in maniera artigianale, senza chiudersi in una torre d’avorio». E di «territorio unito dal proficuo lavoro politico di Matteo», ha parlato Belli Franzini.
Ma se Piloni ha rotto gli indugi, è presto per capire chi saranno i suoi compagni e compagne di lista: «La priorità — ha spiegato Soldo — è definire i confini politici dell’alleanza che si presenta per mandare a casa la Giunta Fontana, che ha lavorato in maniera insufficiente». Nel 2018 il Pd, che candidava Giorgio Gori, aveva ottenuto in provincia di Cremona 35.878 voti, il 18,46%. Piloni aveva ottenuto 4.217 preferenze ed era risultato eletto. Per ottenere un consigliere, al Pd occorre un risultato fra il 15 e il 20%, i resti, e una squadra che porti una mole significativa di voti di preferenze. Ma il seggio sarà uno solo e dunque la scommessa è trovare chi si candiderà al fianco di Piloni, sapendo dal principio che non entrerà a Palazzo Lombardia.
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