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SAN GIOVANNI IN CROCE

Una targa per Mario Lodi, storico maestro della scuola elementare

Lo staff del Comune l'ha collocata all’ingresso del municipio proprio il 1 ottobre, data in cui un tempo iniziava l’anno scolastico

Davide Luigi Bazzani

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davideluigibazzani@gmail.com

04 Ottobre 2022 - 15:15

Una targa per Mario Lodi, storico maestro della scuola elementare

SAN GIOVANNI IN CROCE - Da maestro molto tradizionale degli inizi di carriera a “rivoluzionario” che ha cambiato tutto, mettendo al centro la personalità e i talenti che ogni bambino possiede. Mario Lodi ha vissuto una vera e propria metamorfosi agli esordi dell’insegnamento, nella scuola elementare di San Giovanni in Croce, dove insegnò dal 1948 al 1956. Proprio in quegli ambienti, diventati nel frattempo municipio, il Comune gli ha dedicato una targa, collocata all’ingresso, proprio il 1 ottobre, data in cui un tempo iniziava l’anno scolastico: l’ultima volta fu nel 1976. Ricorrenza di San Remigio: di qui il termine “remigini” per i bambini di prima.

“Abbiamo iniziato a celebrare il centenario della nascita del maestro Lodi (nato il 17 febbraio 1922 e morto il 2 marzo 2014, nda) con alcuni laboratori realizzati a Villa Medici, molto apprezzati”, ha ricordato il sindaco Pierguido Asinari in sala consiliare. Con lui il vicesindaco Erica Maglia e l’assessore Fabrizio Galli e due docenti, Domenico Simeone, preside della facoltà di Scienze della Formazione dell’Università Cattolica di Brescia, e Juri Meda, docente di Storia della Pedagogia all’Università di Macerata. In sala anche la moglie del pedagogista, Fiorella, e la figlia Cosetta, con il marito Pier Attilio Superti, oltre ad Angelo Ceretti, uno degli ex alunni di Lodi.

Simeone si è detto onorato per il suo coinvolgimento e “molto emozionato a pensare che qui è iniziata l’esperienza di Lodi, qui ebbe la sua crisi ed espresse la capacità di mettersi in discussione lasciandosi “provocare” dai bambini”. Così la scuola del maestro piadenese divenne “laboratorio di democrazia” contro la scuola autoritaria. Faro da seguire sempre, per Lodi: la Costituzione. “Lodi ci presenta un bivio: vogliamo una società autoritaria o democratica? Una società competitiva o dove si collabora tutti?”. Meda ha attinto ad alcune tracce dell’attività di Lodi desumendole dai registri conservati negli archivi dell’Istituto comprensivo avente sede a Gussola, da cui dipende la primaria di San Giovanni. “In quei testi viene documentata la metamorfosi di Lodi”.

Agli inizi, nel 1948-1949 “emerge il quadro di un maestro molto tradizionale, formato a una scuola trasmissiva, autoritaria, con il maestro “maresciallo”. Ma già nel secondo anno inizia la crisi pedagogica di Lodi, derivante da una incomunicabilità con i bambini”. Ed è nel ritrovamento casuale di un diario di Vincenzo Cima che Lodi apprende della difficoltà degli alunni di esprimere al maestro i loro desideri. La successiva proposta di un altro alunno, Attilio Bonezzi, con la richiesta di poter dipingere è la molla che porta Lodi a cambiare il modo di insegnare, dando importanza agli argomenti vissuti, alla conversazione, all’uso del disegno, alla critica continua a tutto.

“Il 1953 - ha aggiunto Meda - segna il punto di svolta, prima ancora che Lodi conoscesse il Movimento di cooperazione educativa e le teorie del francese Célestin Freinet”. Il fautore, cioè, della pedagogia popolare e del metodo naturale, la proposta di fare riferimento alla vita reale nell'impostare l'attività didattica. Idee poi applicate concretamente e sviluppate da Lodi. Sulla targa, scoperta da Laura Nardi, è riportata una frase di Lodi, “che insegnò a San Giovanni in Croce tra gli anni 1948 e 1956 educando i bambini ai valori della Pace e della Liberta”. Le parole del maestro sono: “La Costituzione, la Legge degli Italiani, dice che tutti hanno il diritto di dire liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. Tutti vuol dire anche i bambini”. 

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