L'ANALISI
I MATTONI DIVORANO IL VERDE
06 Agosto 2022 - 05:10
CREMONA - Dai 17.414 ettari di suolo consumati nel 2006, ai 18.570 del 2021, pari al 10,48% della superficie totale. Cremona è tra le province lombarde peggiori per «coperture artificiali dei terreni», ovvero cementificazione. Ad attestarlo è l’ultimo rapporto dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) che analizza la sottrazione di aree libere, prevalentemente agricole o paesaggistiche, a vantaggio di costruzioni. Emerge innanzitutto che, sul territorio, il suolo consumato è pari 527 metri quadrati per abitante. E l’incremento delle coperture artificiali nel 2021 è stato di 74,85 ettari, poco meno di quanto avvenuto nella provincia di Milano.
Se nella città capoluogo il consumo di suolo è al 27,96% e pro capite risulta pari a 277,21 metri quadrati (anche in questo caso l’impatto è fra i più significativi della regione) in provincia le percentuali di cementificazione maggiore riguardano i centri del Cremasco: ad esempio Bagnolo (19,86%), Monte Cremasco (27,62%), Vaiano Cremasco (19,23%), Offanengo (19,46%) e la stessa Crema (23,38%). Le maggiori percentuali di suolo libero si trovano invece a Voltido, Torricella del Pizzo e Azzanello: poco più del 4% di copertura complessiva.
Analizzando le variazioni di suolo consumato fra il 2020 e il 2021, emerge però che ad Offanengo sarebbero stati liberati oltre 2 ettari. Il calo più rilevante in provincia. «Sinceramente non so a cosa si riferisca questo dato — commenta il sindaco Gianni Rossoni — ma lo leggo in chiave positiva. Tra l’altro, il nostro Comune dovrà affrontare l’aggiornamento del piano regolatore comunale anche nell’ottica del recupero di suolo e questo dato andrà tenuto in considerazione. Io sono comunque a favore degli insediamenti, purché questi generino benessere nel rispetto del territorio».
Fra i paesi in cui l’Ispra rileva il maggiore incremento di consumo di suolo fra il 2020 e il 2021 c’è, invece, Cappella Cantone: +3,92 ettari e un consumo totale che resta comunque contenuto, perché pari al 9,07% dell’area. Anche in questo caso, però, il sindaco Francesco Monfredini poco si ritrova nell’indagine: «Abbiamo effettivamente due realtà in corso di pianificazione, l’area Lameri e la pista di motocross, ma si tratta di iter non ancora conclusi e quindi dubito possano essere stati conteggiati. Quanto ai nuovi insediamenti effettivi, ne abbiamo uno che risale a fine 2019 ma che riguarda una zona industriale già prevista dal 2014. Come Comune stiamo facendo un’operazione al contrario: nell’ambito dei nuovi strumenti urbanistici, stiamo lavorando per un ritorno graduale al suolo libero ove possibile. Pertanto, i dati sull’occupazione dei terreni penso siano destinati a scendere in futuro».
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