L'ANALISI
05 Giugno 2022 - 05:10
PIZZIGHETTONE - «La nostra parente è stata derubata dalla badante: dopo la sua morte da casa sono spariti numerosi gioielli e mancano anche soldi che erano sul conto corrente. Abbiamo presentato denuncia ai carabinieri». L’accusa è di quelle pesanti, i contorni della vicenda e le responsabilità però sono ancora da accertare da parte delle forze dell’ordine. Stando alla relazione mostrata dai famigliari della donna, all’appello mancherebbero innanzitutto preziosi per almeno 120 mila euro, che in base a quanto di loro conoscenza si trovavano nella cassaforte.
La vicenda sarebbe accaduta nella cittadina murata in riva all’Adda e I famigliari dell’anziana, deceduta in tarda età a fine 2021, hanno deciso di contattare la redazione del quotidiano La Provincia per raccontare e mettere in guardia. Il loro intento, infatti, è soprattutto quello di lanciare un appello rivolto a tutti gli anziani e ai loro cari: «È importante prestare massima attenzione quando si scelgono le persone di cui fidarsi – spiegano – perché purtroppo c’è anche chi si approfitta della fragilità e della fiducia. Come è purtroppo accaduto alla nostra parente. Perché secondo noi, a derubarla, è stata proprio la persona che si prendeva cura di lei».
Il presunto furto è stato scoperto alcune settimane dopo la morte della donna e, sempre secondo gli eredi, sarebbe in buona parte stato compiuto post mortem: «La nostra parente aveva una cassaforte e da qualche tempo non si trovava la chiave – spiega un familiare stretto –. Avevo chiesto spiegazioni anche alla signora che veniva ad accudirla, se l’avesse vista, ma nulla da fare. Qualche settimana dopo la morte, non vedendo da nessuna parte questa chiave, abbiamo chiamato il fabbro per aprirla e a sorpresa l’abbiamo trovata completamente vuota. Sapevamo però che all’interno c’erano parecchi gioielli. Ad avere le chiavi di casa era solo quella donna, che fra l’altro alcuni nostri conoscenti hanno visto uscire con due borse, nei giorni successivi al decesso». Fino a qui i sospetti dei parenti. In attesa dello sviluppo delle indagini, i familiari dell’anziana hanno anche fatto redigere una relazione alla gioielleria che aveva venduto parte dei monili. Con tanto di foto e stima del valore: fra anelli, orecchini, pendenti, catene e lingotti si superano appunto i centomila euro.
«Forse questi gioielli sono stati rivenduti e quindi la nostra speranza è che chi li ha acquistati, magari non sapendo che erano stati rubati, si faccia avanti – concludono i parenti –. Speriamo anche che, un poco alla volta, l’autrice del furto decida di restituire il maltolto. Abbiamo pochi dubbi perché nessun altro aveva le chiavi, eccetto lei». Anche se i parenti tendono ad escluderla, esiste naturalmente una seconda ipotesi: che i gioielli e i contanti siano stati ceduti volontariamente dall’anziana. Ma anche se così fosse stato, secondo gli eredi, ci sarebbe la concreta possibilità si sia trattato di circonvenzione d’incapace.
Indipendentemente da come andrà a finire la vicenda denunciata nei giorni scorsi a Pizzighettone, casi simili sono praticamente all’ordine del giorno in Italia: basti sapere che soltanto nella giornata di ieri sono state smascherate badanti infedeli nelle province di Sassari, Palermo, Milano e Bergamo. E sono tantissimi i casi irrisolti, con querele di parte presentate dalle persone offese, a cui non hanno però fatto seguito prove in grado di arrivare ad attribuire con assoluta certezza l’autore o l’autrice del colpo.
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