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LA GUERRA DI PUTIN

Cappella Cantone, 29 ore di auto per raggiungere la salvezza

Sono tornate nella frazione Oscasale, a loro conosciuta, una madre e una figlia ucraine scappate dalla guerra assieme al piccolo della giovane

Andrea Niccolò Arco

Email:

andreaarco23@gmail.com

04 Marzo 2022 - 20:10

Cappella Cantone, 29 ore di auto per raggiungere la salvezza

OSCASALE - M. I. ha appena 27 anni e, con la mamma Y. S. che ne ha invece 47, ha affrontato un viaggio di ben 29 ore in macchina. Scappa dagli orrori della guerra. Ieri pomeriggio, dopo un lungo calvario e momenti di profondo terrore, è arrivata sana e salva a Cappella Cantone, nella frazione di Oscasale, valicando il Brennero in direzione del Torrazzo e stringendo per tutto il tempo fra le braccia il suo piccolo che ha conosciuto il mondo solo due mesi fa. Adesso sono al sicuro ma, nondimeno, le lacrime solcano il volto e il pensiero va a chi è rimasto al fronte, come il papà del bebè: «Mio marito e il resto della famiglia non possono per ora raggiungerci e questo ci provoca immenso dolore e preoccupazione – hanno commentato –. Speriamo di poterci riunire a Cremona il più presto possibile». L’accoglienza e assistenza è stata garantita dai Pellegrini con Gioia di San Bassano, i posti letto e il vitto da una zia che abitava già in paese.

Poteva essere una storia conclusa col lieto fine, si fa per dire, quella dei primi profughi ucraini in Italia, non fosse che da Zaporizzja a Oscasale corre un’autostrada lunga poco meno di 2.500 chilometri ed è fatta di lacrime. Sono quelle versate da una ragazza che una decina d’anni fa era fra i banchi di scuola e guardava con preoccupazione all’esame di maturità e che oggi, con la nonna sul sedile passeggero che stringe forte il nipote al petto, pigia l’acceleratore correndo a tutta velocità verso l’Occidente in cerca della salvezza. Il suo Paese, Putin, lo sta distruggendo. L’amore della sua vita, il papà di suo figlio, il compagno scelto per passare insieme ogni istante fino all’ultimo respiro, l’ha accompagnata alla frontiera ma non ha fatto un passo in più.

Ha stretto i denti, baciato i suoi cari, forse ha anche pianto ma di certo ha fatto ‘dietro-front’. Il suo atto d’amore più profondo è rispondere alla chiamata alle armi dell’esercito ucraino, tentare la difesa di quello che hanno costruito insieme e che rischia di essere spazzato via. Il suo atto di coraggio ha garantito il futuro e la salvezza della moglie e del neonato. «Da qui in poi ci penseremo noi ad aiutarli – spiega Anna Cattaneo, volontaria dei Pellegrini con Gioia di San Bassano –. E non solo. La nostra associazione si sta già adoperando per condurre convogli con a bordo farmaci e generi alimentari diretti al confine polacco per portare aiuti in Ucraina. Siamo anche in contatto con la Croce Rossa di Zaporizzja che ci ha fornito un elenco dei presidi medici necessari e faremo tutto il possibile per consegnarglieli. È  merito della grande generosità dei donatori da tutto il Cremonese».

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