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LA SCOPERTA ARCHEOLOGICA

A Soncino riemerge il cimitero medievale dei contadini

Gli esperti hanno pochi dubbi: scheletri del XVII o XVIII sepolti nel camposanto della comunità agricola fuori le mura

Andrea Niccolò Arco

Email:

andreaarco23@gmail.com

15 Dicembre 2021 - 18:32

A Soncino riemerge il cimitero medievale dei contadini

SONCINO - «Gli scheletri trovati davanti a San Bartolomeo? Sono contadini del Medioevo e quello scoperto per caso dagli operai è l’antico cimitero». Parola di accademici. Mentre allacciavano la rete idrica della frazione di Isengo a quella del capoluogo i tecnici di Padania Acque hanno scoperto delle sepolture, con tanto di scheletri. Due per ora. Adesso gli archeologi della Gea di Parma devono recuperare i resti per analizzarli, ma cosa si sia scoperto, per gli storici di Soncino, è già piuttosto evidente: «Certamente è il cimitero medievale dell’antica chiesa», concordano Ermete Rossi e Fabio Maestri. Secondo gli studiosi le ossa probabilmente saranno datate intorno al XVII o XVIII secolo e con alta probabilità si tratterebbe di contadini che abitavano nella piccola comunità agricola fuori le mura.

L’uno non è lo scheletro dell’australopiteco Lucy, l’altro non è la mummia di Tutankhamon, ma non c’è dubbio che la scoperta di due scheletri sepolti sotto la carreggiata antistante San Bartolomeo abbia provocato stupore e meraviglia non solo fra i soncinesi ma in tutto l’ambiente accademico. Ed è peraltro molto probabile che ne affioreranno altri a breve. Secondo lo storico Rossi e l'archeologo Maestri, infatti è praticamente scontato che, come nel caso della Pieve e di San Giacomo, già protagoniste di simili ritrovamenti, anche la chiesa originaria antecedente alla moderna San Bartolomeo (riedificata nei primi del '900) ospitasse un piccolo cimitero esterno per la sepoltura degli abitanti privi di nobili natali. L'aristocrazia e il clero superiore, infatti, avevano ben altri privilegi. L'ultima parola spetta comunque al team attualmente al lavoro in via Isengo che ora dovrà recuperare le ossa e continuare gli scavi per poi consegnare i reperti ai laboratori specializzati dell'Università degli Studi di Milano. Lì, grazie all'hi-tech, si potrà scoprire non soltanto la datazione degli scheletri ma anche le abitudini alimentari dell'antica popolazione locale e l'eventuale presenza di particolari malattie o malformazioni. Il giallo storico, insomma, è ben lontano dall'epilogo.

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