L'ANALISI
30 Maggio 2021 - 11:57
CREMONA - Il reddito medio imponibile più basso è stato registrato a Cingia de’ Botti (16.482 euro annui), mentre i «Paperoni» della provincia risiedono a Crema, dove i contribuenti dichiarano in media 24.914 euro all’anno. I dati fanno riferimento ai redditi ai fini fiscali 2019, e dunque alle dichiarazioni presentate nel 2020: numeri pre-Covid, che restituiscono l’immagine di una regione e di una provincia con redditi imponibili abbastanza elevati.
La Lombardia, infatti, ha quello complessivo maggiore d’Italia, seguita dalla Provincia autonoma di Bolzano; in provincia di Cremona il totale dichiarato è circa cinque miliardi e 706 milioni di euro, che suddiviso per i 264 mila contribuenti significa un reddito medio di 21.615 euro.
L’analisi territoriale, elaborata nel report del Ministero dell’Economia e delle Finanze appena divulgato, permette di tracciare un’analisi paese per paese. Al di sotto dei 17 mila euro di reddito imponibile medio ci sono solo due Comuni: oltre a Cingia, anche Volongo con 16.893 euro dichiarati in media dai 378 contribuenti. Curioso il fatto che fra i territori con reddito più alto, oltre a Crema e alla città di Cremona dove sono stati dichiarati in media 23.475 euro, ci sono due piccoli paesi della cintura: Bonemerse con 23.666 euro medi e Malagnino con 23.880 euro di reddito medio. Gli 11 mila contribuenti di Casalmaggiore, terza località più popolosa della provincia, dichiarano invece, in media, 21.234 euro annui.
A livello nazionale, la Calabria presenta il reddito medio più basso (15.600 euro) e anche nel 2019, quindi, rimane evidente la distanza tra il reddito medio delle regioni centro-settentrionali e quello delle regioni meridionali.
Interessanti anche i dati sulle dichiarazione Iva per l’anno d’imposta 2019, in calo rispetto all’anno precedente (-11,4%) principalmente a causa della mancata presentazione della dichiarazione da parte dei soggetti che hanno aderito al regime forfettario.
Le prime tre regioni per numero di dichiaranti sono Lombardia, Lazio e Veneto che insieme contribuiscono per oltre il 56% al volume d’affari totale nazionale. Per l’anno d’imposta 2019, l’Iva di competenza nazionale è risultata pari a 109,5 miliardi di euro con una base imponibile pari a 717,9 miliardi di euro e un aumento rispetto all’anno d’imposta precedente rispettivamente del 2,6% e del 2%.
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