L'ANALISI
29 Marzo 2021 - 07:42
CREMONA (29 marzo 2021) - Da una parte il fronte degli ambientalisti che ha appena lanciato una petizione online a difesa del suolo agricolo e contro il maxi polo logistico a San Felice, dall’altra l’amministrazione comunale che assicura massima attenzione per l’ambiente, puntualizzando come la destinazione urbanistica dell’area risalga a 12 anni fa. A dividere è l’annunciato progetto di Lcp, Logistics Capital Partners: strutture per circa 110 mila metri quadrati su un’area di 300 mila, con 400 posti di lavoro ipotizzati.
Per i primi firmatari della petizione su Change.org, che ieri ha superato le 600 sottoscrizioni, si tratta solo «dell’ennesima opera di cementificazione selvaggia a beneficio economico della realtà proponente». I referenti delle principali associazioni ambientaliste cremonesi e lombarde, a partire da Maria Grazia Bonfante che ha aperto la raccolta firme online, sostengono che «anziché valorizzare e rendere attrattivi i poli logistici esistenti dotandosi di infrastrutture moderne orientate al trasferimento delle merci su ferro, si continua nella miope politica di cementificare aree prossime ai caselli autostradali». E nel documento idealmente indirizzato al sindaco di Cremona, Gianluca Galimberti, evidenziano impatti negativi in termini di inquinamento atmosferico; perdita di suolo agricolo, paesaggio, valore storico-culturale; rischio climatico e anche professionale perché «non si conoscono i nomi delle aziende che opererebbero all’interno del polo e nessuna garanzia è stata fornita sulla capacità di garantire lavoro di qualità, stabile, adeguatamente remunerato, tutelato e non di tipo precario». Al Comune chiedono quindi «la modifica del Pgt, l’eliminazione dell’Ambito di trasformazione Cr 28, la revoca dei Piani attuativi eventualmente approvati». Oltre alla promessa che quelle aree restino agricole.
Secondo il vice sindaco, Andrea Virgilio, una mobilitazione un po’ tardiva e poco rispettosa del percorso partecipato che ha portato all’approvazione di tre Pgt: «Garantiamo occupazione e sostenibilità».
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