L'ANALISI
19 Ottobre 2020 - 20:50
ROMA (19 ottobre 2020) - Davanti all’impennata dei contagi e alle previsioni allarmanti di tecnici e scienziati la Lombardia si compatta intorno alla necessità di nuove misure di contenimento del virus più stringenti rispetto a quelle nazionali varate con il nuovo Dpcm dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Da qui la decisione unanime di chiedere al Governo la condivisione di quello che a tutti gli effetti può essere definito un coprifuoco, con lo stop di ogni attività e degli spostamenti, salvo comprovati motivi di necessità, nell’intera regione dalle 23 alle 5 del mattino, a partire dal prossimo giovedì. A strettissimo giro la risposta del ministro della Salute, Roberto Speranza: «Sono d’accordo sull'ipotesi di misure più restrittive in Lombardia. Ho sentito il Presidente Fontana e il sindaco Sala e lavoreremo assieme in tal senso nelle prossime ore», ha detto il ministro all’ANSA.
La decisione lombarda nasce dalla rapida evoluzione della curva epidemiologica e dalla previsione del Comitato tecnico-scientifico regionale, secondo cui, da qui alle prossime due settimane, potrebbero esserci circa 600 ricoverati in terapia intensiva e fino a 4 mila in terapia non intensiva. Una situazione allarmante, che ha portato gli amministratori lombardi a tutti i livelli a condividere anche l’opportunità della chiusura, nelle giornate di sabato e domenica, dei centri commerciali non alimentari, lasciando aperti i supermercati e i negozi di generi di prima necessità. All’incontro convocato dal governatore Fontana sulle nuove limitazioni hanno partecipato i sindaci dei Comuni capoluogo, il presidente di Anci Lombardia, Mauro Guerra e i capigruppo di maggioranza e di opposizione del Consiglio regionale, tutti collegati videoconferenza tranne il sindaco di Milano Beppe Sala, presente fisicamente a Palazzo Lombardia, sede della Giunta.
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