SOS ACQUA
VAIANO CREMASCO
01 Febbraio 2021 - 17:11
VAIANO CREMASCO (1 febbraio 2021) - «Possono darci tutti i soldi del mondo, non mi interessa. Avrei preferito continuare a mangiare pane e cipolle, ma avere mio figlio Petrisor a tavola. Io non ho mai fatto niente di male a nessuno. Chiedo solo giustizia per mio figlio». Petrisor non c’è più dalla notte dell’1 settembre 2019, domenica. Stava rincasando a Palazzo Pignano dopo la serata trascorsa con gli amici in discoteca a Vaiano Cremasco. Camminava sulla banchina. Un automobilista, alle sue spalle, lo ha investito, lo ha caricato sul parabrezza. Il corpo di Petrisor è stato lanciato a 24 metri ed è finito in una scarpata, tra l’erba. L’automobilista è fuggito. Petrisor Cioroaba è morto sul colpo. Aveva 18 anni. Ne aveva 24 chi l’ha investito: Edgar Lucca, casa a Pandino, l’accusa di omicidio stradale aggravato dalla sua fuga. Ed è soprattutto la fuga che mamma Magdalena non perdona a chi ha ucciso suo figlio. «Il ragazzo se ne è accorto subito. Ha visto quello che ha fatto ed è scappato. Può capitare di investire, siamo esseri umani, però fermati, fermati. Mio figlio era giovane, volevamo donare i suoi organi e potevamo salvare altre vite. Ci sarebbe stato un pezzo di mio figlio che vive in un’altra persona».
Mamma Magdalena e papà Vasile, romeni, hanno anche una bimba di 5 anni. Oggi erano in Tribunale per l’udienza preliminare a carico di Edgar. Si sono già costituiti parte civile. Udienza rinviata, torneranno il 22 marzo.
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