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CREMA. IL CASO
Il tribunale di Cremona
CREMA (11 gennaio 2021) - Il datore di lavoro non gli versa lo stipendio e lui decide di provare a ottenere quanto gli spetta con le carte bollate. Ma a finire davanti al giudice è proprio l’operaio. Motivo? Almeno sulla carta, guadagna abbastanza per pagarsi un avvocato, nonostante abbia ottenuto che, a saldare la parcella del professionista, sia lo Stato. Insomma, un presunto falso nell’autocertificazione per farsi riconoscere il cosiddetto «gratuito patrocinio». Peccato che le somme accertate dall’Agenzia delle entrate fossero teoriche, visto che il riferimento era l’anno precedente. Ma lui, di mensilità, quando ha deciso di far causa non ne vedeva da tempo. L’imputato è stato assolto a fine 2020 e le motivazioni della sentenza sono giunte nei giorni scorsi nelle mani del difensore, l’avvocato cremasco Mimma Aiello. Che, per tutelare il suo cliente, preferisce non rivelare dove risieda (comunque nella provincia). Si tratta di un 48enne, il cui calvario, sia lavorativo sia giudiziario, è iniziato sei anni fa. Ossia quando, si presentò a palazzo di giustizia di Cremona, per depositare la richiesta di sostegno, nel procedimento di lavoro che intendeva intentare.
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10 Gennaio 2021
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