L'ANALISI
03 Ottobre 2018 - 08:19
Padre Pierluigi Maccalli
MADIGNANO - A due settimane dal rapimento di padre Pierluigi Maccalli, il missionario 57enne di Madignano sequestrato in Niger da un commando di miliziani, non è ancora giunta alcuna richiesta di riscatto. Né tantomeno, chi trattiene il sacerdote ha rivendicato l’azione. Sin dalle battute iniziali della vicenda, l’ipotesi del rapimento da parte di terroristi non aveva trovato conferme dalle autorità di Niamey. Mentre viene accreditata la tesi dell’azione condotta da pastori, comunque vicini allo jihadismo e giunti dal vicino Burkina Faso. I confratelli del religioso, a questo punto, temono tempi lunghi per la soluzione del caso. E nel frattempo, anche l’attenzione mediatica è andata via via scemando. «Siamo sempre in attesa, al momento è l’unica cosa che possiamo fare: aspettare e sperare. Nessuna novità su alcun fronte, ufficiale o meno», conferma padre Walter Maccalli, fratello di padre Gigi e missionario a sua volta, anche se impegnato in altri Paesi dell’Africa. Padre Walter si trovava a Madignano per un breve periodo di riposo, con l’intenzione di ripartire; ma dopo la notizia del sequestro ha deciso di restare accanto ai fratelli Angelo e Clementina, aspettando notizie dall’unità di crisi dalla Farnesina. Ma il telefono non squilla, se non per rapidi aggiornamenti, che non riguardano né richieste di riscatto né sviluppi positivi.
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