L'ANALISI
Continua per il vino italiano il boom all’estero
30 Dicembre 2016 - 16:09
Continua per il vino italiano il boom all’estero, un boom però molto-molto legato alle sole bollicine: Moscato d’Asti in calo.
La strada del recupero del boom dei consumi di fine 2008-2009 è ancora in salita e lunga. Più favorite le grandi marche, quelle consolidate sul mercato con una presenza continua. La ripresa dei consumi è data anche dall’accentuato acquisto diretto in cantina e dai consumi domestici.
“Ancora troppo caro il vino al ristorante",motivano i buongustai.
La crescita in Italia è significativa ma contenuta, nell’ordine dell’1% circa al consumo, mentre la varianza ( termine statistico) è più ampia, quasi dell’8%, perché stanno cambiando velocemente i gusti, i luoghi di consumo, la tipologia del consumatore. Anche all’estero, nei paesi più importanti, i consumatori stanno cambiando abitudini e anche generazione.
In Italia il prezzo sta sempre più condizionando la scelta d’acquisto, ma non la tipologia d’acquisto che vede il “sistema Prosecco” coprire i circa i 2/3 del consumo interno. In Italia il metodo tradizionale tiene, anzi cresce a discapito dello Champagne che negli ultimi giorni di dicembre ha presentato offerte interessanti di piccoli marchi al di sotto dei 20 euro/bottiglia. Il Franciacorta cresce nei consumi per il 4%, stabile il Trento Doc.
Tengono a livello locale le piccole nicchie di prestigio, come Verdicchio, Lugana, Gavi, Alto Adige, Altalanga. Dati negativi per tutte le altre bollicine come Oltrepò Docg-Doc.
Gli spumanti italiani in totale ( mercato nazionale) segnano un aumento del prezzo medio al consumo dello 0,5%, posizionato a 6,9 €/bott al consumo finale. Si presume un consumo reale nel 2016 di 142 milioni di bottiglie. In calo i numeri di Champagne e di tutte le altre etichette importate.
Continua per il vino italiano il boom all’estero, un boom però molto legato alle sole bollicine. Il mercato Usa lancia qualche segnale negativo in generale. La Russia dovrebbe mantenere il consumo attuale restando per Asti e altre tipologia di Spumante un forte mercato di riferimento, fatto salvo letture di contenimento e di scambio con eventuali ulteriori restrizioni doganali e di sanzioni commerciali.
La Cina resta una incognita: nel 2016 bene vini bianchi e rossi, meno bene le bollicine, ma bene i frizzanti. Quindi è tutto da vedere numeri in mano. Il Regno Unito mantiene salda la leadership dei consumi e anche delle spedizioni diventando, per alcuni brand nazionali, un mercato di riferimento anche per altri paesi come l’India e il sud Africa.
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