Nelle numerose notti insonni ho anche pensato di farla finita perchè non sono in grado di dare una vita decorosa alla mia famiglia. Ho 61 anni, la mia drammatica situazione di onesto lavoratore,ma disoccupato. Un grido di dolore, di frustrazione, di solitudine di un uomo che oltre al lavoro sta perdendo giorno dopo giorno la propria dignità. Dolore per non riuscire ad aiutare la mia famiglia con tre minori a carico, frustrazione per essere un 61enne senza prospettive per il futuro, solitudine rispetto alle istituzioni che mi hanno abbandonato, dopo false promesse. Spero e prego tutti i giorni il Signore affinchè possa farmi incontrare qualcuno in grado di restituire alla mia famiglia un uomo, un padre e un marito che non si nasconde più per piangere; ma che una volta tanto sarà felice di piangere sotto gli occhi di tutti, perchè quelle saranno lacrime di gioia. Il disagio e il dolore vengono amplificati; sentirsi solo e inerme, sentirsi un verme quando si guarda negli occhi i figli, il non poter fare un regalo neanche a Natale ai propri cari, la consapevolezza che i figli capiscono cosa sta accadendo all’interno della propria famiglia e evitano di parlarne perchè sanno di farti del male, l’incertezza del futuro dei propri figli e della famiglia, questa è la disperazione. Anche questa lettera è figlia della disperazione, perchè sapere che il tuo grido di dolore rimarrà, quasi sicuramente, inascoltato (come è accaduto fino ad ora) è umiliante e doloroso. (...) Giuseppe (Cremona)
Questa è una testimonianza tra le più dure che ho letto in questi mesi in cui la crisi ha inciso pesantemente nella vita delle famiglie. Per andare avanti in certe situazioni serve coraggio e Giuseppe ne ha dimostrato tanto. Sfiduciato e disperato ha scritto questa lettera per svegliarci. Chi volesse aiutarlo può fare riferimento alla segreteria del giornale (tel. 0372-498203).