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CREMONA MUSICA INTERNATIONAL EXHIBITIONS AND FESTIVAL

Concerto con rissa, ma l'amplificatore dei Rolling Stones si salvò

Dai Led Zeppelin ai Pink Floyd agli Iron Maiden: all’Electric Sound Village cimeli e pezzi unici

Fabio Guerreschi

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fguerreschi@laprovinciacr.it

03 Ottobre 2024 - 18:10

CREMONA - Al Cremona Musica l’Electric Sound Village non è stato solo uno spazio espositivo per la liuteria elettrica, ma anche un viaggio nella storia del rock, grazie alla presenza di pezzi unici appartenuti a band e musicisti leggendari: Led Zeppelin, Pink Floyd, Rolling Stones, Deep Purple, Stevie Ray Vaughan, Iron Maiden. Una parte dell’area è stata riservata alle collezioni private di strumenti e accessori che racchiudono piccole schegge di storia e curiosità del mondo del rock. E non sono mancati meraviglie e stupore da parte dei molti appassionati che hanno visitato gli stand, come sulle chitarre giapponesi di Andrea Vitali.

«La mia collezione — spiega — va dal 1963 a oggi. Mi sono innamorato di questi strumenti a un concerto di Steve Hackett (ex chitarrista dei Genesis, ndr) pioniere nell’utilizzo delle sei corde giapponesi, che usava marche come Burny e Fernandes. La prima chitarra l’ho acquistata su Ebay. I giapponesi hanno copiato le Fender e le Gibson statunitensi dagli Anni ’70, che in quegli anni erano in declino. Ma la loro mentalità è quella non solo di copiare, ma di fare meglio degli originali. Se ne sono accorti anche gli statunitensi, che nel frattempo non riuscivano più a costruire le ‘loro’ chitarre, e hanno reagito in modi diversi. La Gibson ha fatto causa alle marche nipponiche, la Fender invece è andata in Giappone per ‘imparare’ ha costruire le chitarre che loro stessi facevano venti anni prima e che non riuscivamo più a realizzare, fondando addirittura la Fender Japan. Da lì molti chitarristi hanno utilizzato le sei corde nipponiche: Andrew Latimer dei Camel, Robert Fripp, Steve Vai, James Hatfield e Kirk Hammett dei Metallica, Pat Metheney, Steve Rothery dei Marillion, George Benson, Stevie Ray Vaughan, Brian May dei Queen – che dal 1975 usa una Tokai acustica – e Mark Knopfler tanto per citarne alcuni», conclude Vitali.

In bella mostra anche veri e propri cimeli, una strabiliante carrellata di pezzi unici usati dalle rockstar per concerti e registrazioni. A illustrare la collezione di memorabilia di Mariano Freschi l’ingegnere e restauratore mantovano Daniele Consolini. «In questa collezione spicca sicuramente l’amplificatore usato dai Pink Floyd – con tanto di marchiatura sul retro — per registrare l’album ‘Animals’ nel 1977. Di fianco c’è quello usato dai Led Zeppelin dal vivo per tanti anni. Tutti pensano che sia da 100 watt, invece è da 50, perché Jimmy Page lo riteneva più gestibile ed eclettico rispetto a quello da 100».

«Questa è una chitarra costruita per gli Iron Maiden – racconta Stefano Prinzivalli, coordinatore Electric Sound Village -. La sei corde è stata approvata da tutti i membri della band, ma per motivi forse commerciali, non è mai stata prodotta in serie. Quindi questa chitarra con gli autografi sulla cassa dei Maiden è un pezzo unico». E poi c’è un vero e proprio sopravvissuto. «È un amplificatore dei Rolling Stones unico superstite di un concerto a dir poco esplosivo. Nel 1964 gli Stones suonano in un locale a Blackpool in Scozia e un gruppo di scozzesi ubriachi comincia a sputare sulla band. Keith Richards non riesce a trattenersi e innesca una rissa che coinvolge tutti e, alla fine, il locale è completamente devastato. Tranne l’amplificatore che abbiamo qui in esposizione, che si è ‘miracolosamente’ salvato».

Ma l’Electric Sound Village non è solo sguardo sul passato, ma proprio dal passato si proietta sul futuro, grazie alla fisica, alla chimica e all’analisi dei materiali. «Questi plettri li costruisco io — dice Steve Tommasi — e sono l’incontro tra due forme geometriche: il cono e la sfera. Permettono prestazioni superiori al normale plettro. Ho iniziato 20 anni fa perché non mi piaceva il suono che provocano sulle corde della chitarra. Erano troppo sottili e grattavano. Ho provato vari materiali plastici, tra cui la galatite, un materiale plastico prodotto a partire dalla caseina, una proteina del latte, e infine il kevlar, un materiale sintetico utilizzato per fabbricare i giubbetti antiproiettili e gli elmetti dei Caschi Blu dell’Onu. Nel 2010 ho iniziato a stamparli a livello industriale e ho ottenuto il brevetto internazionale. L’obbiettivo è un plettro con caratteristiche nuove in grado apportare tutta una serie di upgrade come miglior tocco, miglior confort, miglior grip, maggiore sicurezza e scioltezza e un incremento della velocità personale nel plettraggio alternato. Il nuovo procedimento costruttivo ‘Hybrid’ per esempio è un innovazione applicata all’invenzione. In pratica il plettro viene realizzato in tre strati con materiali aventi caratteristiche diverse fra di loro».

I plettri di Tommasi sono usati da Kee Marcello, ex Europe, Luigi Schiavone, storico chitarrista di Enrico Ruggeri, Massimo Varini e Luca Colombo.

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