L'ANALISI
06 Aprile 2025 - 09:03
OFFANENGO - Il Cremasco continua a essere nel mirino delle bande dei bancomat. Dopo tre tentativi a vuoto da inizio anno, stavolta il colpo alla cassa continua è andato a segno, con un bottino di oltre ventimila euro. A cui vanno aggiunti danni ingenti causati dall’esplosione alla filiale del Banco Bpm di piazza Patrini, presa di mira stanotte alle 4 da un commando sicuramente specializzato, arrivato in paese a bordo di un’auto.
L’allarme è stato dato dai residenti, svegliati dalla doppia esplosione: prima quella allo sportello e poi alla porta d’ingresso della filiale. I ladri hanno utilizzato il classico sistema della ‘marmotta’, ovvero l’esplosivo che viene infilato nella feritoia del bancomat. Il dispositivo automatico è esterno alla filiale, dà sul portico della piazza, a fianco del bar. Una volta fatto saltare il bancomat, i protagonisti dell’azione hanno proceduto con la porta d’ingresso, utilizzando una carica meno potente. Ciò ha permesso loro di entrare e poter arraffare il denaro.
La doppia deflagrazione — come detto — è stata responsabile dei danni all’interno della filiale. Il raid è stato messo a segno in pochi minuti, da almeno tre banditi a volto coperto, veloci e decisi. Il fatto di dover arrivare in centro, con il rischio di rimanere bloccati dall’intervento delle forze dell’ordine, non li ha fermati. Con ogni probabilità, grazie ad accurati sopralluoghi, avevano ben presente le vie di fuga per allontanarsi nel modo più rapido possibile da piazza Patrini, uscire dal paese e immettersi sulla Serenissima.
Sulle loro tracce si sono messi i carabinieri del Radiomobile di Crema e della stazione di Montodine, mentre i carabinieri del nucleo investigativo di Cremona si sono occupati dei rilievi. Sul posto anche i vigili del fuoco del distaccamento di Crema. Fortunatamente, le esplosioni non hanno provocato un incendio; ma i danni sono particolarmente pesanti. La squadra ha effettuato un sopralluogo nell’edificio e al termine ha dichiarato inagibile la struttura. A questo punto serviranno lavori di ripristino, prima che la filiale possa tornare ad accogliere i clienti.
Stamattina, decine di residenti hanno potuto rendersi conto personalmente della devastazione. Detriti e frammenti del bancomat sono finiti un po’ in tutta la piazza e all’interno della filiale si vedevano chiaramente i danni. L’intera area è stata ovviamente delimitata con il nastro bianco e rosso, per garantire la sicurezza e permettere agli specialisti dei carabinieri di effettuare tutti i rilievi del caso. Per cercare di individuare la banda, o almeno di risalire all’auto utilizzata, gli stessi militari stanno anche vagliando le immagini registrate dagli impianti di videosorveglianza della filiale, comunali e non, oltre che dai varchi elettronici che controllano le principali strade di comunicazione del territorio cremasco.
Prima del colpo di Offanengo, da inizio anno erano già stati tre gli assalti ai bancomat, ma tutti senza bottino. L’ultimo in ordine di tempo, alle 2 di sabato 8 marzo, ancora ai danni di una filiale del Banco Bpm, quella di via Roma a Credera, proprio davanti al municipio. La banda di malviventi, tutti a volto coperto, era arrivata a bordo di un’auto. Una volta scesi, avevano agito rapidamente. In pochi secondi avevano inserito la cosiddetta ‘marmotta’ nel bancomat e l’avevano attivata, inoltre avevano provato a sfondare il vetro della porta di ingresso, con l’intento di entrare e arraffare i soldi, una volta fatta esplodere la cassa automatica.
La quantità di esplosivo, però, non era stata sufficiente a sventrarla. Gli altri episodi, sempre con dinamiche simili, si sono verificati il 24 febbraio a Sergnano, ai danni della filiale della Banca Cremasca e Mantovana e il 4 gennaio, quando venne preso di mira lo sportello Bpm di via Rampazzini a Ombriano. A Sergnano i ladri non avevano nemmeno fatto saltare il bancomat. Qualcosa era andato storto, forse mentre stavano preparando l’esplosivo da infilare nel dispositivo. A Ombriano, a rovinare i piani della gang era stato il sistema di sicurezza che aveva macchiato le banconote, per renderle inutilizzabili.
FOTO: FOTOLIVE/MASSIMO MARINONI
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