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CREMONA: LA FOTOGALLERY

'La cena dei 500', una splendida carica di solidarietà a favore di MEDeA

L'associazione sostiene con varie iniziative l'assistenza dei malati oncologici, dei loro familiari e amici ed opera con i propri volontari a Cremona e in molti comuni limitrofi

Francesca Morandi

Email:

fmorandi@laprovinciacr.it

02 Settembre 2023 - 09:19

CREMONA - "... Sorridi donna, sorridi sempre alla vita... Il tuo sorriso sarà un bacio di mamma, un battito d’ali, un raggio di sole per tutti” (Alda Merini). Colonie Padane. Venerdì sera, 1 settembre, le modelle — donne che hanno attraversato un percorso oncologico, la più giovane ha 18 anni — hanno sfilato con la loro forza, la loro bellezza e il loro sorriso. Ed è stato uno dei momenti più toccanti della Cena dei 500, l’evento organizzato da MEDeA onlus per sostenere Nutri-Menti, progetto dell’Asst. Il sorriso è stato il collante della serata alcuni mesi fa pensata da Anna Garavelli e Nicoletta Mezzadri, amiche e anime di MEDeA. Una sfida immediatamente raccolta da Maurizio Lanfranchi, vicepresidente dell’associazione. In un batter d’ali i biglietti sono stati bruciati.

L’aperitivo, la cena, la sfilata e la musica degli esplosivi Deja Vu (ha condotto la giornalista Federica Bandirali). Ingredienti speciali: l’emozione e il sorriso di Anna e Nicoletta, che hanno raccontato la propria esperienza. Anna si ammalò a 28 anni, Nicoletta a 27. «C’è un primo capitolo nella storia di un malato oncologico. La diagnosi e il pianto», lo spettro della morte. Ma «stasera - ha detto Anna — siamo qui per parlare del capitolo 2, sempre nel massimo rispetto di chi ha avuto un tragico destino. Il capitolo 2: «Sono arrivati i dottori, la cura, poi è arrivata la speranza... e poi sei guarita davvero e, allora, il sorriso esplode, l’aria è sempre profumata, la tua casa è il più bel posto del mondo...».

Le donne che hanno sfilato, «hanno tutte interpretato il capitolo 1 e il capitolo 2 del loro romanzo. Stefania faceva la chemio mentre dava il biberon ai suo gemelli di pochi mesi; Alessandra mentre preparava la cena alla sua famiglia dopo il lavoro, Vittoria mentre preparava la verifica di inglese in terza superiore, Anna mentre faceva i turni in casa di riposo. Sono tutte qui con me e Nicoletta a urlare a chi si sta curando o a chi ha appena scoperto il suo percorso. ‘Ti aspettiamo da questa parte. Qui, comunque, c’è sempre il sole’». E venerdì sera si è fatta attendere per poi sbucare, anche la luna «così cara» a Nicoletta, che nel dirsi «veramente felice», nel «ringraziarvi per la vostra generosità», si è raccontata: «Chi mi conosce bene, sa l’importanza che la luna ha per me. Avevo 27 anni quando mi sono ammalata e da quel periodo ogni sera io cerco la luna. La luna mi ha insegnato che dobbiamo apprezzare tutto, anche le cose più banali e soprattutto, le cose che diamo per scontato. Il tempo è prezioso, così come lo è il tempo che i nostri volontari dedicano alle persone».

L’intervento dell’oncologo Rodolfo Passalacqua, responsabile scientifico del progetto: «Noi vogliamo evitare che i pazienti arrivino all’intervento in maniera defedata. Dobbiamo nutrirli adeguatamente, che non vuol dire nutrirli di più, ma in maniera adeguata. Il progetto coinvolge ben nove reparti dell’ospedale di Cremona, perché sono nove gli specialisti a vario titolo coinvolti. Un progetto che richiede un po’ di fondi. MEDeA si occupa di ricerca da sempre. E’ un momento difficile per gli ospedali (carenza di medici e di infermieri). In un momento in cui dobbiamo un po’ aiutare di più gli ospedali, i malati, con MEDeA lo facciamo, ma dobbiamo farlo ancora di più per portare a Cremona ancora più ricerca di quella che siamo riusciti a fare in questi anni».

L’intervento della nutrizionista Beatrice Carli. «E’ un progetto molto ambizioso con lo scopo di seguire il paziente oncologico dall’inizio del suo percorso. Sono persone che, purtroppo, perdono peso di massa muscolare. Un paziente stanco, che non ha appetito, se perde massa muscolare è un problema: l’oncologo fa più fatica nella somministrazione dei farmaci. Ecco perché il nutrizionista, ecco perché il fisiatra, il fisioterapista: la massa muscolare dev’essere preservata a tutti i costi. Il progetto è ambizioso, anche perché si vuole seguire il paziente oncologico anche a casa».

Dal sindaco Gianluca Galimberti il «grazie per quello che siete e che rappresentate. Curare le persone certamente sono i medicinali, certamente sono le diagnosi, ma, innanzitutto, è prendersi cura. Curare vuol dire prendersi cura dell’altro che è più fragile».

FOTO: FOTOLIVE/LEONARDO CALVI

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