L'ANALISI
07 Gennaio 2025 - 15:35
Calisto Cafè ospita sino al prossimo 2 Febbraio l’esposizione “Doppelgänger”, dell’artista Ceca Renata Machyckova.
Classe 1988, laureata presso l’Accademia di Belle Arti di Praga, formatasi nello studio di Vladimír Skrepl e Jiří Kovanda, e con alle spalle numerose esperienze internazionali; tra le più significative uno stage con la pittrice Silke Otto Knapp ed un intership presso Middlesex University di Londra.
Il tema della duplicità, del “proprio doppio che fa ciò che è sconveniente”, è stato intensamente trattato ed approfondito negli anni da parte dell’artista.
Questa mostra rappresenta il punto di approdo di questa riflessione: le donne raffigurate nelle opere, si offrono ai visitatori come ammiccanti e sensuali soggea che rapiscono gli occhi con un apparente angelico candore. Tuttavia uno sguardo più attento porta rapidamente alla luce come queste donne siano come riflesse da uno specchio, da un filtro che ne depotenzia la bellezza e ne esaspera invece gli atteggiamenti viziosi, espliciti e le promesse di peccato. I dipinti sono permeati da un’affascinante atmosfera di decadenza, caratterizzata dalla rappresentazione del bello molto distante dall’ideale salvifico stillnovista. Qui la bellezza è una commistione di purezza e peccato, di morale ed immorale, di pulito e di sporco. Queste donne, a loro volta possibili alter Ego della artista, sono dipinte su tessuti improbabili ed inaspettati (teli fioriti, tovaglie lavorate, tende decorate) proprio per togliere il candore della tela bianca e permeare l’opera con uno sfondo malinconico e dissonante; un senso indefinito di “sbagliato” che induce alla tristezza gli occhi dei visitatori al pari dello sguardo di molte delle donne ritratte, che sembrano percepire il peso della dicotomia bene-male che vive in loro, restandone annichilite o al contrario per alcune, reagendo con arrogante altezzosità.
I quadri sono realizzati con l’utilizzo di un aerografo, strumento che non permette correzioni o modifiche. Il suo utilizzo è un atto veloce, repentino, fulmineo. Renata lo adotta perché le permette l’immediatezza tra il suo sentire e la realizzazione del suo sentire. Le permette di trasferire su tela, quasi istantaneamente, quello che ha l’esigenza di dover produrre, senza possibilità di ripensamenti o censure. Il desiderio di creare e la sua immediata realizzazione assumono quasi una funzione catartica. Sono una terapia.
Testo a cura di Luca Alessandro Belloli
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Tipologia
Data di inizio 6 settembre 2025 - 20:30
L’iniziativa si inserisce nel programma del Cremona Summer Festival
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